Gli investimenti nell’IT: cosa ci ha detto il 2023 e a cosa ci prospetta il 2024

Il panorama dell’Information Technology sembra inarrestabile: la gigantesca mole di dati raccolti nell’era digitale ha dato vita a software e intelligenze artificiali che crescono e imparano in fretta.

Nonostante queste soluzioni siano alla portata di ingegneri ed esperti da anni, il clamore mediatico raggiunto dai vari ChatGPT, DALL·E, MidJourney e tanti altri, ha interessato il flusso mainstream portandolo fuori dagli esperti di settore e rendendo disponibili al pubblico componenti avanzate di sistemi ingegneristici complessi.

Compito di questo articolo non sarà declinare positivamente o negativamente queste nuove tendenze, ma interrogarsi su quali saranno gli scenari per il 2024 dopo che l’anno corrente ci ha insegnato molto e si è esaurito veloce.

L’impatto di OpenAI e soci ha spostato il baricentro dell’attenzione del legame del settore IT da ricerca e sviluppo al fil rouge tra sfide globali, economiche e ambientali.

 

Infatti, una volta che un’innovazione scappa dai centri di sviluppo per accomodarsi nella nostra quotidianità, cambia il livello di attenzione, intrusività, e investimenti dedicati.

“L’innovazione e la tecnologia fioriscono quando le nostre menti si trovano in una condizione di maggiore apertura – Daniel Goleman”

Diamo uno sguardo a cosa ha significato il 2023 per il settore IT e cosa ci riserverà il nuovo anno, con uno specchietto su dati, budget, e valori.

L’influenza dei budget IT aziendali

Rimanendo nel nostro macro-contesto, ovvero quello europeo, riusciamo a comprendere facilmente, con qualche dato rilevante, la crescita che sta attraversando il settore IT per quanto riguarda i budget aziendali.

Con “budget aziendali” vengono intese tutte le spese e tutti gli investimenti che imprese, aziende, e attività riversano nell’Information Technology; tra queste, possiamo fare alcuni esempi:

  • Inglobare know-how esterni
  • Corsi in ricerca, sviluppo, tendenze
  • Risorse umane, esperti e professionisti che prestano le proprie competenze evolute per l’azienda
  • Software di gestione, codici e programmi
  • Pacchetti pre-strutturati di soluzioni informatiche
  • Server, hosting, macchine da remoto
  • E tanto (ma proprio tanto) altro…

Se la tua azienda ha affrontato uno o più di queste spese, significa che è ampiamente proiettata nell’immediato futuro e ha compreso perfettamente come ripartire i propri investimenti. E, inoltre, significa che l’azienda ha contribuito alla crescita del settore e a tutte le innovazioni che vedremo nel prossimo anno.

Secondo il colosso di analisi e consulenza Gartner, questi budget IT aziendali stanno sostenendo il settore e lo stanno proiettando verso un triennio di novità. La conclusione del 2023 registrerà, con ogni probabilità, un’imponente cifra di mille miliardi di euro per tutti gli investimenti aziendali. La crescita si attesta intorno al 5,5% rispetto all’anno precedente, che viene reputata dagli analisti addirittura come contenuta viste le potenzialità che offre il settore.

Gartner, però, rassicura (per così dire) tutti gli investitori che il 2024 prevederà una crescita quasi raddoppiata: infatti, nel prossimo anno gli investimenti totali potranno raggiungere il 10% in più rispetto al 2023.

Queste cifre indicano chiaramente la direzione verso cui il mercato europeo si dirige e testimoniano la fiducia e la consapevolezza verso i servizi IT (investimenti per circa 527 miliardi di euro) e software (342 miliardi).

La prudenza e il controllo dell’ecosistema IT europeo

Nonostante il mercato europeo sembra trasparire crescita e fiducia, gli analisti di Gartner mettono a confronto ciò che accadrà nel nostro continente rispetto al mercato statunitense.

I numeri sono sempre più incoraggianti: parliamo di una crescita annua costante degli investimenti di circa il 12%. Ovviamente, le ripartizioni di budget negli USA sono molto più ingenti delle nostre, e una crescita in percentuale più alta, su una base totale inestimabile, costante da anni, ci porrà su un secondo livello anche nei prossimi anni.

L’Europa, dunque, non seguirà necessariamente le stesse rapide tempistiche del mercato statunitense. Questa apparente “lentezza” non viene però analizzata come un difetto, ma piuttosto come una caratteristica intrinseca delle dinamiche di mercato europee: prudenza, passo cauto, e strategia da follower hanno sempre contraddistinto l’EU rispetto agli US, e ovviamente ciò non sarà dissimile nel gioco di cui gli americani sono padroni: l’innovazione.


Le aziende investono. Ma gli utenti?

Sebbene le aziende siano in prima linea nell’arricchire il settore IT, la domanda dei consumatori, fortemente influenzata dalla cautela economica, mostra un andamento differente.

Gli stessi analisi di Gartner evidenziano il crollo della richiesta di dispositivi, inclusi laptop, desktop, smartphone e tablet, negli ultimi due anni. Un calo del 13,3% nel 2022 e del 14,3% nel corrente anno non è un dato da sottovalutare e va esaminato sotto diversi fuochi.

Innanzitutto, l’effetto è da attribuire all’inflazione, sia economica che di prodotto. È difficile pensare che al culmine dell’era tecnologica si propaghi alla stessa maniera la soddisfazione di una mancanza che, oggi, non lo è più. Gli utenti sono iperconnessi, hanno a disposizione in media 2,3 device per navigare, e il ricambio e gli aggiornamenti non sono ritenuti così indispensabile.

Qui, infatti, si sopraggiunge anche all’inflazione economica. L’ultimo complicato triennio che l’Europa ha vissuto ha fatto emergere la necessità di investire principalmente in beni primari, e la ripartizione di spesa ha occupato più queste esigenze piuttosto che l’acquisto di un nuovo device.

Il potere di acquisto dei consumatori si è così affievolito, ma il 2024 potrebbe segnare una svolta: un previsto aumento del 4,6% negli acquisti di device indicherebbe una nuova fiducia legata alle nuove possibilità date dalla tecnologia. Intelligenza artificiale, realtà aumentata, connessioni più rapide, ecc. farebbero emergere nuove necessità di svago e legate alla propria professione, ma gli operatori dovranno tenere d’occhio la prudenza che ha segnato questo ultimo periodo e l’inevitabile incertezza verso il futuro.

 

Conclusioni

In conclusione, il panorama dell’IT europeo si dipinge come una complessa intersezione di opportunità e sfide. Mentre i budget aziendali si rivelano come pilastri fondamentali del settore, per ricerca, sviluppo e innovazione, la prudenza dell’ecosistema europeo e del mercato dei consumatori offrono spunti interessanti di riflessione sulla sua evoluzione.

Nel frattempo, l’inflazione e il cambio di atteggiamento dei consumatori delineano un percorso incerto ma ricco di potenzialità. L’importante sarà navigare questa fase con saggezza, sfruttando le opportunità emergenti e apprendendo dagli ostacoli, poiché il futuro dell’IT europeo sarà forgiato dalle decisioni del presente.

È ora di cambiare, oggi più che mai.

Change the horizon.